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Martes, 03 Marzo 2020 13:32

Diario spirituale 1908-1912

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EUSTACHIO MONTEMURRO, Diario spirituale 1908-1912,
A. Marranzini - D. Trianni (curr.), Suore Missionarie del Sacro Costato e di Maria SS.ma Addolorata, Roma 1990, 385 pp.

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Il volume raccoglie gli scritti di Montemurro che, convinto di una «chiamata dall’alto», sta dando avvio agli Istituti dei Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento e delle Figlie del Sacro Costato.
Nel mettere in atto il progetto della fondazione dei suoi Istituti, il Montemurro s’intrattiene in intensa e prolungata meditazione della Parola di Dio. Perciò la forma letteraria di questo Diario è di dialogo con le Tre Divine Persone o con la Vergine Maria.
Sin dalle prime pagine si coglie la pedagogia divina che plasma il SdD, perché additi ad altri il mistero del Cristo dal costato trafitto, che rivela agli uomini l’amore della Trinità. Per portare questo messaggio il sacerdote gravinese si sente chiamato a fondare gl’Istituti.
Oltre agli spunti sul fine, lo spirito, la natura degli Istituti, l’incorporazione dei membri e la loro formazione, il Diario sottolinea aspetti della vita spirituale di particolare interesse: l’unione di amore dell’anima con Dio; l’importanza della salmodia e il modo di celebrare le Ore canoniche; il giusto mezzo nella preghiera e nel riposo; il modo di accogliere le tribolazioni.
Dall’insieme emerge l’atteggiamento contemplativo di Montemurro, che vede il Signore presente e operante nella sua storia personale e in quella dei suoi Istituti, combattuti e minacciati di soppressione. Egli soffre, prega, opera, legge tutto alla luce della fede; riporta alla potenza, sapienza e carità di Dio quanto risulta di sua lode e riferisce alla propria pavidità e incorrispondenza le traversie dei suoi Istituti. Con fiducia ricorre al Cuore di Gesù e alla Vergine Addolorata e da loro si ripromette che le Opere sopravvivano e si diffondano nel mondo.
Il 13 giugno 1911 nell’apprendere che la S. Congregazione dei Religiosi ha deciso la chiusura di tutte le case dei due Istituti, non si perde d’animo, ma con viva fede professa al Signore obbedienza e abbandono e si sente confermato interiormente che le opere nonostante tutto, sopravvivranno.